Non si ferma l’emergenza climatica che colpisce il nostro pianeta. A destare preoccupazione, questa volta, è il decisivo rallentamento della Circolazione Atlantica Meridionale. Conosciuto con il nome di Amoc, il fenomeno della circolazione atlantica rappresenta una sorta di nastro trasportatore che spinge l’acqua calda dal sud in direzione nord esercitando una notevole influenza sul clima del nostro pianeta. Negli ultimi anni il flusso sembra essere rallentato notevolmente, con un picco negativo tra il 2004 ed il 2010 quando l’indebolimento è risultato ben dieci volte maggiore del previsto. Gli esperti hanno osservato il fenomeno dall’alto dei satelliti e grazie a boe galleggianti, in grado di verificare il livello di salinità delle acque oceaniche.
I risultati, come detto, non lasciano presagire nulla di buono rilevando una decisiva fase di rallentamento; un fenomeno che ha inevitabili ricadute sul riscaldamento globale. L‘Amoc, infatti, contribuisce notevolmente all’assorbimento di CO2 nell’atmosfera accumulandole nelle profondità oceaniche per millenni; un indebolimento della circolazione implica un ”sequestro” minore di anidrida carbonica. L’Amoc, in pratica, trasforma le acque calde in fredde e dense, in grado di assorbire la CO2: nella fasi acute, la ”pulizia” di CO2 risulta maggiore anche del 50%. Con il rallentamento, rilevato negli ultimi anni, i livelli di anidride carbonica nell’atmosfera potrebbero ulteriormente aumentare.