Non è solo l’enorme quantitativo di lava che ha letteralmente invaso decine di chilometri quadrati di territorio a preoccupare. Anche i terremoti registrati nell’area del vulcano Kilauea, alle Hawaii, aumentano di fatto i rischi nell’intera zona, già largamente evacuata. Oltre all’eruzione, che non sembra volersi in alcun modo arrestare, quasi quotidianamente si verificano forti scosse di magnitudo mediamente superiore al secondo grado della scala Richter, con punte superiori al grado 5. Basti pensare che, nell’arco di soli due mesi, sono stati registrati 39 terremoti di magnitudo uguale o superiore al 5° grado Richter e che si contano complessivamente tra le 200 e le 300 scosse al giorno di magnitudo uguale o superiore al 2.
Sommando a questi numeri anche quelle inferiori al secondo grado si arriva a numeri davvero molto alti. L’eruzione del Kilauea è iniziata il 4 maggio, anticipata diversi giorni prima da una scossa di magnitudo 6.9 che ha messo in allerta i vulcanologi e l’Usgs, entrambe convinti che di lì a breve il vulcano avrebbe mostrato segni di vita. Alla data del 7 luglio, ovvero 64 giorni dopo l’inizio dell’eruzione, si contano dunque 39 sismi intensi, l’ultimo dei quali ha avuto una magnitudo 5.3.