Scoperta che ha davvero dell’incredibile quella avvenuta a Duino Aurisina, nel villaggio del Pescatore, dove è stato estratto un enorme blocco di roccia contenente il cranio di un dinosauro, ribattezzato Bruno, vissuto indicativamente 70 milioni di anni fa. E’ l’epilogo di una difficile operazione conclusa pochi giorni fa e alla quale ha fatto seguito il trasporto del blocco, su incarico della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio del Fvg, nel laboratorio specializzato della ditta Zoic srl del geologo Flavio Bacchia. Il villaggio del Pescatore, antico ambiente caldo e paludoso, è oggi considerato forse il più importante giacimento italiano di dinosauri e l’adrosauroide appena rinvenuto è il secondo dinosauro quasi completo scoperto qui. Si tratta di un prezioso sito paleontologico a livello internazionale: grazie ad un intervento di scavo preventivo con seghetti di precisione, è stato possibile creare lo spazio sufficiente per poter accedere, con mezzi manuali ad alto controllo, alle ossa fossili.
La delicata operazione, condotta da tecnici specializzati, ha richiesto molto tempo per fare in modo di non intaccare il prezioso reperto; gli specialisti della Zoic, prima dell’intervento dei tecnici della Tietz, hanno dunque effettuato un approfondito studio dello scheletro di Bruno, estratto nel 1999, allo scopo di determinare le dimensioni del suo cranio ed ipotizzare la disposizione dello stesso nella roccia fossile, che giaceva su un piano di roccia orizzontale. Il blocco è stato dunque isolato perimetralmente realizzando in seguito un pozzetto profondo 73 centimetri attraverso il quale poter effettuare il taglio di base che ha permesso di staccare il blocchetto dalla roccia che si trovava al di sotto di esso.
E’ stata in seguito sfruttata un’antica tecnica, quella dei cunei, realizzando sei fori orizzontali per applicarvi i cunei spaccaroccia. Il blocco di 600 kg contenente il cranio fossilizzatoo del dinosauro è stato così completamente estratto. Seguiranno una serie di approfondite analisi e studi per determinare lo stato di conservazione del fossile che verrà in seguito esposto al Museo civico di storia naturale di Trieste.