Il tema della longevità e ancor più quello della vita eterna appassiona l’uomo da sempre. Grazie ai continui progressi della medicina e al miglioramento degli stili di vita le previsioni indicano un’aspettativa di vita dai cento ai centotrenta anni. A questo proposito i ricercatori dell’Università dell’Arizona,con a capo Joanna Masel e Paul Mason, ci hanno tolto ogni speranza di rallentare o addirittura eliminare l’invecchiamento, spiegando in un articolo pubblicato sul “Proceeedings of the National Academy of Sciences”, come sia matematicamente impossibile fermare l’invecchiamento degli organismi multicellulari. Alcuni tipi di cellule, quelle più coinvolte nei processi dell’anzianità, rallentano le pproprie funzoni, un esempio ci viene da quelle dei capelli che dopo una certa età non producono più pigmenti e di conseguenza i capelli diventano bianchi.
Altre cellule, in proporzione numericamente inferiore, aumentano la propria crescita e favoriscono la formazione di cellule potenzialmente tumorali, anche se potrebbero non produrre mai i sintomi. Teoricamente l’immortalità sarebbe possibile se si eliminassero le cellule non più funzionali a favore della crescita delle altre, ma questa soluzione secondo la ricerca di Joanna Masel e Paul Mason è come “un cane che si morde la coda”: l’eliminazione delle cellule funzionali non più attive consentirebbe si la crescita delle altre ma anche la conseguente proliferazione delle rischiose cellule tumorali; invece l’eliminaziome delle cellule tumorali non fermerebbe, anzi favorirebbe il progredire dell’invecchiamento grazie al rallentamento delle cellule funzionali. Finché la scienza non riuscirà a perfezionare la selezione delle cellule negli organismi multicellulari, essere immortali resterà un sogno impossibile.