Scoperta eccezionale quella avvenuta a Roma nel corso di un sopralluogo effettuato in una cantina. Quello che doveva essere un controllo per risolvere un problema di perdita d’acqua si è trasformato in un momento storico; l’amministratore del condominio Guido Fontani, nella zona di piazza Bologna, si è infatti imbattuto in un rifugio antiaereo rimasto celato agli occhi di tutti per oltre 70 anni. Un complesso sotterraneo composto da sei ambienti e discretamente conservato, come sottolineato da Lorenzo Grassi, uno degli esperti storici di bunker del centro ricerche speleo archeologiche Sotterranei di Roma allertati dall’uomo e che immediatamente hanno dato il via ad una fitta serie di verifiche in loco. Secondo gli esperti il rifugio antiaereo poteva contenere fino a 100 persone circa, offrendo loro una protezione dai bombardamenti; la struttura infatti è interamente in cemento armato ed è dotata di un’intercapedine isolante.
Il complesso è stato dimenticato, “svuotato nel dopoguerra, e lasciato lì”. Ad oggi è possibile ancora osservare le tracce di assi di legno e centinature e, sulle pareti, scritte ancora leggibili che hanno permesso di identificare senza ombra di dubbio la struttura. All’interno delle sei stanze, ognuna delle quali divisa da porte di metallo rinforzate, vi sono sedute in cemento. Direttamente collegato alle scale delle cantine è presente l’ingresso principale mentre una scala a pioli metallici si è conservata ed è ancora presente; in passato conduceva ad una seconda uscita, che è stata però murata. Gli esperti hanno identificato, grazie ad una scritta, l’ambiente destinato al gabinetto ed un’altra stanza probabilmente utilizzata come magazzino per le provviste. Grassi ha spiegato che “non c’era un vero e proprio sistema di filtraggio dell’aria. Il palazzo è stato costruito negli anni ’40 ed ha seguito il regio decreto governativo di di protezione antiarere che prevedeva che tutte le nuove costruzioni avessero sistemi sotterranei di rifugi antiaerei”.