E’ stata utilizzata per oltre sedici anni allo scopo di osservare la variazione nel tempo delle sorgenti astronomiche di raggi X ed ora si prepara a ‘tornare’ sulla Terra. E’ la sonda Rxte della Nasa (Rossi X-ray Timing Explorer) che, stando alle previsioni, dovrebbe cadere sul nostro pianeta il 1 maggio. La sonda dovrebbe, stando a quanto riportato dagli esperti frantumarsi durante l’ingresso in atmosfera per poi andare a cadere in un’area compresa tra le latitudini subtropicali che comprendono gli emisferi settentrionali e meridionali. Proprio come accaduto di recente con la stazione spaziale cinese Tiangong-1, precipitata il 2 aprile, durante la notte, nell’oceano Pacifico Meridionale, anche il 1 maggio si verificherà un episodio simile che torna ad alimentare il discusso tema dei detriti spaziali, anche noti come ‘spazzatura cosmica’.
Anche qualche giorno fa si è verificata un’altra caduta sulla Terra: quella del satellite per le telecomunicazioni Iridium 94, precipitato verso il nostro pianeta dopo 16 anni di servizio con i frammenti che sono finiti, senza provocare danni, nel nord del Pacifico. Per quanto riguarda la sonda Rxte, non è chiaro al momento avere una stima precisa del punto esatto della Terra nel quale andrà a impattare ma l’oggetto viene monitorato minuto dopo minuto dallo Space Surveillance Network, che fa parte del Dipartimento della Difesa americana. Per oltre 16 anni Rxte è stato impiegato raccogliendo una gran quantità di dati: la fine della sua operatività risale al 2012. A gennaio del 2018 è stato stabilità dall’agenzia Usa, il rientro incontrollato dell’oggetto.