Corea del Nord e Corea del Sud hanno fatto, nel mese di aprile 2018, un passo avanti storico verso la pace, la denuclearizzazione e l’avvio di un percorso di unità dell’intera penisola. Una vicinanza che si ritrova anche in progetti di tutt’altra natura, come ad esempio quelli riguardanti il restauro di antiche tombe ipogee ‘sosia’ di quelle etrusche. Costruite in estremo oriente, nella fattispecie in Nord Corea, tra il I ed il VI secolo dopo Cristo, sotto la dinastia Koguryo, tali tombe sono caratterizzate da una serie di decorazioni interne che, stando alle conoscenze che abbiamo fino ad oggi, potrebbero essere state realizzate con una tecnica tipica solo dell‘Occidente, ovvero quella dell’affresco. Per accertarlo occorrerà effettuare una serie di analisi chimiche presso i laboratori italiani dell’Università di Bologna a Ravenna. Entro fine anno verranno resi noti i risultati, preziosi nel fornire tutta una serie di dettagli per poter mettere a punto un restauro accurato.
E i fondi per avviare tale percorso verranno offerti proprio dalla Corea del Sud, a testimonianza di come l’arte possa giocare un ruolo determinante nel processo di pace. Rocco Mazzeo, professore di chimica per i beni culturali all’Università di Bologna ed esperto Unesco per i dipinti murali dell’Asia orientale ha raccontato di essere rimasto sorpreso quando nel 2003 è entrato “per la prima volta in queste tombe vicino a Pyongyang: “le decorazioni interne di questi ‘igloo’ di granito presentavano incredibili similitudini con gli affreschi di Tarquinia e Vetulonia: anche i materiali erano simili, come indicato dalle prime analisi che abbiamo fatto in quegli anni. Ora cercheremo conferme con nuove tecniche di indagine, come la microscopia infrarossa e la chemiluminescenza, applicate a piccolissimi campioni che lo scorso anno ho raccolto da altre due tombe del VI secolo, una delle quali appartenuta ad una principessa coreana”.