E’ un grido d’allarme quello lanciato dagli esperti che da anni studiano l’evoluzione, dal punto di vista della quantità di acqua presente, del Mar Morto. Esteso nella più profonda depressione esistente al mondo, in un territorio compreso tra Giordania, Israele e Cisgiordania, entro una manciata di anni il noto bacino d’acqua potrebbe scomparire definitivamente lasciando il posto ad una distesa di sabbia e sale. Anno dopo anno infatti il mar Morto continua ad inabissarsi passando dai 394 metri sotto al livello del mare negli anni ’60 ai 423 metri; ma non solo perchè ogni giorno oltre otto milioni di metri cubi d’acqua evaporano senza che vi sia un ricambio di egual quantità, con il risultato che il bacino continua a restringersi perdendo oltre un metro all’anno. Si vengono a creare così aree scoperte, sulle quali era prima presente densa acqua salina: qui il terreno è molto fragile e si formano cedimenti improvvisi noti come sinkhole, vere e proprie voragini profonde parecchi metri.
Dal 1980, anno della prima voragine, ad oggi, se ne sono formate migliaia. L’unico immissario è il fiume Giordano ma, sfruttato per l’irrigazione, non riesce a far arrivare al mar Morto la giusta quantità di acqua per evitare la catastrofe: un disastro ambientale ben osservabile dai satelliti, le cui immagini mostrano come il mare sia ormai diviso in due distinti bacini, con quello inferiore prossimo alla definitiva scomparsa. Qui vengono peraltro estratti minerali quali magnesio, bromo, cloruro di potassio allo scopo di produrre cosmetici. Non vi sono ad oggi progetti concreti per arginare l’inesorabile scomparsa del lago salato più conosciuto al mondo e là dove un tempo vi era una fiorente attività turistica con resort e hotel, oggi si fa largo il deserto, con strutture completamente abbandonate, circondate e ricoperte di sabbia che, inesorabilmente, continua ad avanzare.