E’ avvolta nel mistero la scoperta fatta nelle ultime ore su alcune spiagge del litorale campano e laziale. Da Anzio sino a Napoli, Capri compresa, hanno fatto la loro comparsa centinaia di migliaia di strani dischetti di ignota provenienza, denunciati dai responsabili di Clean Sea Life, progetto (co-finanziato dall’Ue) ideato per sensibilizzare in merito al grande quantitativo di rifiuti presenti sulle spiagge ed in mare. Il primo ritrovamento è avvenuto lo scorso 20 febbraio su una spiaggia di Ischia: un cittadino ha segnalato, in quell’occasione, la presenza dei dischetti, attivandosi poi per rimuoverli dal litorale. Ma da allora le segnalazioni si sono moltiplicate, arrivando da quasi tutte le coste del Lazio, fino ai confini con la Toscana: in particolare da Anzio dove la Capitaneria di Porto ha ricevuto moltissime chiamate in merito al ritrovamento dei misteriosi dischetti di forma rotonda, forati e con un diametro di circa 4 cm. Sono molto leggeri, dello spessore di soli due millimetri, simili ai filtri delle capsule di caffè e, se ritrovati in mare, fluttuano sulle acque.
C’è chi ritiene che possa trattarsi di filtri dei tubi industriali ma al momento ciò che non si riesce a determinare la loro provenienza, secondo Legambiente forse da un carico di container finito accidentalmente in mare (ma non è da escludere che possano essere stati gettati di proposito per occultare merce scaduta). L’ultima ipotesi che è possa trattarsi di dischetti utilizzati nei sistemi di trattamento biologico delle acque, ovvero i supporti sui quali crescono i batteri che depurano l’acqua; i dischetti non sono biodegradabili e dunque rappresentano un grave problema, dal punto di vista ambientale, per i mari e le coste italiane. Sette anni fa, dischetti di aspetto simile vennero ritrovati in America: in quel caso ne vennero scaricati dai 4 agli 8 milioni dall’impianto di trattamento di Hookset, in seguito alle forti piogge del 6 marzo 2011.