Atleta sardo per 14 ore scalzo a – 50 gradi, arti congelati

Ha trascorso oltre 17 ore a temperature estreme, privo di guanti e scalzo. Ha seriamente rischiato di morire Roberto Zanda, sportivo sardo amante delle sfide estreme che si è cimentato nella Yukon Artic Ultra, una difficilissima ultramaratona organizzata in Canada che ha percorso a temperature di – 50 gradi riportando serie conseguenze ai propri arti. Il cagliaritano si trova oggi nel letto dell’ospedale Umberto Parini di Asota, dopo essere sopravvissuto ad una sfida fuori dal comune, circondato solo dalla neve in un territorio difficile, al confine con l’Alaska. Qui, nellla foresta dello Yuoko, Zanda è sopravvissuto per 14 ore a temperature mai superiori ai – 40 gradi sottozero, nel corso della più fredda maratona del mondo, riportando un congelamento di quarto grado di mani e piedi. E’ arrivato nelle scorse ore in Italia con un volo proveniente dal Canada, atterrando a Torino Caselle per esere immediatamente trasportato ad Aosta, dove i sanitari del reparto di chirurgia vascolare e dell’ambulatorio di medicina di montagna, si sono subito attivati per cercare di salvargli gli arti.

Yukon Artic Ultra

Dal canto suo l’atleta ha mantenuto il suo spirito ottimista, sottolineando con fierezza, “noi sardi siamo caparbi e molto tosti. E’ stata la determinazione come persona sarda a farmi arrivare al traguardo della vita, la determinazione di rappresentare un popolo e anche l’attaccamento alla vita, c’e’ stato un momento in cui mi sono lasciato andare e poi ho deciso di rialzarmi da quel tepore che mi stava avvolgendo e di andare, scalzo, a cercare i soccorsi”. L’equipe che sta curanto Zanda ha trattato, nel corso degli ultimi anni, molti casi di congelamento estremo e nel reparto di chirurgia vascolare stanno facendo il possibile, anche tramite consulti con l’ospedale canadese di Whitehorse, per portare avanti la miglior terapia farmacologica. Mani e piedi dell’atleta sardo sono infatti a rischio di amputazione: Zanda è caduto in un fossato di neve alta fino all’ombelico nel tentativo di ritrovare il tracciato di gara, dopo essersi allontanato dalla slitta (dotata di un Gps). Qui, senza possibilità di lanciare l’allarme, è entrato in ipotermia, rischiando anche la morte per assideramento. Fortunatamente l’arrivo dei soccorsi ha scongiurato il peggio.