Tre mesi per raccogliere una serie di campioni delle acque antartiche, alla scoperta di un habitat rimasto incontaminato per 120mila anni. E’ quello che popola l’oceano al di sotto dell’iceberg A68 in Antartide: staccatosi dalla piattaforma di ghiaccio Larsen C nel luglio dello scorso anno, ha cominciato a fluttuare sull’acqua lungo la costa orientale della pensiola antartica ed un team di ricercatori ha deciso di organizzare una spedizione alla scoperta di un ecosistema certamente ricco di segreti. Una sfida contro il tempo considerato il fatto che, trattandosi di un iceberg, le forme di vita che popolano le gelide acque sulle quali si muove potrebbero mutare o scomparire in seguito a sue future alterazioni. Organizzata dal British Antarctic Survey, l’istituto polare britannico, alla spedizione partecipano ben nove diversi centri di ricerca con un team coordinato dalla biologa marina Katrin Linse.
La piattaforma Larsen C è la più meridionale delle tre piattaforma antartiche, ovvero la A e la B (la prima si è staccata nel 1995, la seconda è parzialmente crollata nel 2002). Da mesi A68 viene monitorato via satellite: si tratta di un iceberg delle dimensioni della regione Lazio e del peso di 1000 miliardi di tonnellate, con 5800 km quadrati di superficie ed uno spessore che raggiunge i 200 metri, contenente un quantitativo d’acqua pari a tre volte quella contenuta nel lago di Garda; ma i raggi solari potrebbero portare, colpendo la superficie marina rimasta esposta in seguito al distacco dell’iceberg, alla colonizzazione di piccoli organismi del plancton o batteri. Linse ha sottolineato che “il distacco dell’iceberg A68 ci dà un’occasione unica per studiare come la vita marina risponde a drammatici cambiamenti ambientali”.