Prosegue, non senza sorprese, lo studio del meteorite Ipazia caduto in Egitto diversi anni fa. Si lavora infatti allo studio della sua composizione, e nel team di ricerca figurano anche due italiani; secondo quanto emerso dallo studio, coordinato dall’università di Johannesburg, Sud Africa, e pubblicato sulla rivista Geochimica et Cosmochimica Acta, il ‘sasso cosmico’ parte di un enorme meteorite che si disintegrò in seguito all’impatto con la Terra, sarebbe costituito da minerali decisamente particolari. Non sembrano infatti somigliare a quelli presenti nei meteoriti studiati fino ad oggi e dunque il materiale di cui è composto potrebbe essere addirittura antecedente il Sistema solare. Una scoperta che dunque risulta molto distante dalle teorie tradizionali riguardanti la formazione del Sistema solare. Secondo quanto dichiarato dal coordinatore della ricerca Jan Kramers, “se fosse possibile macinare l’intero pianeta Terra in un enorme mortaio, otterremmo una polvere dalla composizione chimica simile a quella delle condriti”.
E, facendo riferimento ai meteoriti più antichi conosciuti ad oggi, ha aggiunto: “ci si aspetta di vedere una piccola quantità di carbonio e una buona quantità di silicio, ma Ipazia ha invece una quantità enorme di carbonio e pochissimo silicio”. All’analisi chimica della composizione di Ipazia ha partecipato anche Francesco Greco, dottoranto all’Università di Bologna, il quale ha sottolineato che i dati “indicano che la materia di cui è fatto è estremamente primitiva già presente nei primi stadi di formazione della nebulosa solare, è pre-esistente al Sistema solare”. E’ inoltre emerso che la composizione della nebulosa dalla quale il Sistema Solare si è formato era eterogenera e non omogenea come si riteneva sino ad oggi, e questo emergerebbe proprio dalla particolare composizione minerale riscontrata nel meteorite. Infine una curiosità: piccoli diamanti sono stati individuati nel meteorite, si sarebbero formati in seguito al suo impatto con l’atmosfera terrestre.