Svizzera contro povertà e crypto?
Sembra veramente un paradosso, ma a quanto pare le parole Svizzera e indebitamento non sono due ossimori. Uno dei primi paesi al mondo per qualità della vita e per reddito pro capite, con un Fisco molto più equo paragonato a quello italiano e il paradiso di ogni riccone, pare che abbia paura della povertà causata dalle spese per tecnologia e degli acquisti online. La crisi economica si è fatta sentire, e lo testimonia l’iniziativa partita dal Canton Ticino e la questione frontalieri da cui è partita l’iniziativa “prima i nostri”, con conseguente polemica. Certo è che sembra essere tornati a quasi 50 anni fa, quando gli italiani emigravano in territorio elvetico, seppur trattati come immondizia, solo per lavorare e dare da mangiare alla famiglia rimasta in territorio italico. Tralasciando la politica, anche se la situazione deve far riflettere, è news nota che una delle nazioni più ricche del mondo si sta preoccupando dell’impoverimento delle famiglie, e come causa si addita il progresso tecnologico sugli acquisti e sugli investimenti. Il che ha un senso, visto che gli svizzeri vivono bene grazie a una economia regolamentata e non certo derivante dal boom recente di criptovalute o del trading online. Ma come fa il desiderio di diventare trader o l’acquistare online a rendere più povere le famiglie svizzere? Del resto, essa è una professione come tutte le altre, fatta di studio dei mercati azionari prima di tutto e competenze economiche e finanziarie specifiche e non improvvisate, anche se non è la professione principale.
Il Piano della Svizzera
Sull’onda lunga dell’Agenda 2030 per uno Sviluppo Sostenibile, il cui primo punto è la lotta alla povertà, il Canton Ticino ha attuato il “Piano cantonale pilota di prevenzione all’indebitamento eccessivo 2014-2018“. Una mossa pensata in tre parti principali, ovvero una prima fase di prevenzione, una seconda fase di formazione e una terza e ultima fase di intervento. Il tutto, supportato da un portale specifico, chiamato Il Franco in Tasca, in cui saranno pubblicati eventi, iniziative e incontri per famiglie e per le scuole. Inoltre, saranno resi noti attraverso il portale informatico come formarsi adeguatamente per intraprendere alcune figure professionali, come l’operatore sociale, impiegato nel settore bancario e finanziario, responsabile delle risorse umane e così via. Nessun accenno alle professioni del web e alle cryptovalute.
Moneta digitale causa di povertà?
Le ragioni della Svizzera non si sa se sono fondate o meno, ma in pochi si ricorderanno di quando le banche, anche in Italia, regalavano dei salvadanai per metterci i propri risparmi. L’educazione al risparmio veniva insegnata da piccoli, oggi invece si assiste a una progressiva dematerializzazione dei soldi rendendoli un bene astratto, tanto che le nuove generazioni spendono senza nemmeno accorgersene. Dai contanti si passa alle carte di credito, al Paypal e all’attivazione del NFC per ottenere beni e servizi. Inoltre, nell’ultimo periodo i Bitcoin, capostipiti delle criptovalute, insieme all’acquisto di titoli di Stato, oro, azioni, obbligazioni e così via, fanno sfumare definitivamente il concetto di denaro. Ma non solo: l’abitudine di acquistare online e gli acquisti che si fanno influenzano l’economia: ormai, si comprano più oggetti hi-tech che alimentari. Un esempio è l’uscita dell’iPhone, un evento che attira un sacco di persone in tutto il mondo e che fa spendere centinaia di Euro in un device piuttosto che per beni di prima necessità. Senza contare che, a causa dei pagamenti digitali, le famiglie non quantificano quanto spendono e si ritrovano a fine mese con i conti in rosso.