Anche i punti più estremi del pianeta possono ospitare forme di vita. E’ quanto emerge da una ricerca dell’Università di New York e pubblicata sulle pagine della Journal of The Royal Society Interface. Analizzando gli strati di gas intrappolati nel ghiaccio, gli esperti hanno ricostruito le condizioni atmosferiche passate del pianeta e le attività metaboliche dei batteri. Il ghiaccio rappresenta, infatti, una cartina di tornasole importante del clima futuro e passato della Terra, un po’ come i cerchi concentrici dei tronchi degli alberi.
Dalle analisi è emerso come l’attività metabolica dei batteri abbia modificato la concentrazione di anidride carbonica nell’aria racchiusa nel ghiaccio. Si tratta di un particolare importante perché indica come la quantità di CO2 nell’atmosfera sia stata, in passato, notevolmente inferiore rispetto ad oggi, in pieno antropocene. Dalla ricerca emerge, inoltre, come i batteri siano in grado di resistere anche a condizioni più estreme facendo indirettamente ampliare la lista dei pianeti che potrebbero ospitare forme di vita extraterrestre.