E’ il buco nero più lontano mai osservato quello scoperto in un quasar da un team dai ricercatori dell’Università di Bologna. Si tratta di un oggetto supermassiccio la cui origine risale a quando l’universo aveva soltanto 690 milioni di anni, il 5% della sua età attuale. Un universo ”bambino” accoglieva l’enorme oggetto che, come accade a tutti i quasar, produce una notevole luminosità. I quasar sono delle sorgenti energetiche collocate nel centro delle galassie e si generano grazie ai buchi neri supermassicci. La luminosità prodotta da questi oggetti è il prodotto del materiale che si getta nel vortice come gas e stelle.
L’addensamento del materiale può raggiungere temperature enormi prima di scomparire nel buco nero. La luminosità del quasar scoperto è pari a 40 mila miliardi quella del Sole e rappresenta un vero e proprio mistero per la scienza. Non si comprende, in pratica, come il buco nero sia riuscito, in appena 690 milioni di anni, a raggruppare il materiale che lo compone. Una delle possibili spiegazioni è che lo spazio delle origini avesse caratteristiche ben diverse rispetto a quello attuale consentendo lo sviluppo di buchi neri di dimensioni enormi in un tempo relativamente breve.