Un uomo di 53 anni che soffriva di una grave insufficienza cardiaca venne salvato, seppur per pochi giorni, dal cuore di una giovane donna. Fu un momento storico, il primo trapianto di cuore della storia: sono trascorsi 50 anni da quel giorno, il 3 dicembre del 1967, quando il chirurgo sudafricano Christiaan Barnard operò Louis Washkansky innestando l’organo prelevato da Denise Darvall, 25enne impiegata di banca morta mentre attraversava la strada, investita da un’auto pirata. Come riportato dalle cronache dell’epoca, a poche ore dal decesso della giovane, il padre diede il consenso alla donazione degli organi e così il 53enne venne portato in sala operatoria poche ore dopo, circondato da un team di 20 persone che, ognuno con una specifica mansione, lavorarono al trapianto. Come riportato sul libro ‘Every Second Counts: The Race to Transplant the First Human Heart’ del giornalista e scrittore Donald McRae, il momento della verità arrivò dopo che venne effettuata l’ultima connessione, quando i dottori si domandarono se l’esito della storica operazione sarebbe stato positivo.
E così fu: 33 ore dopo l’intervento il paziente riprese a parlare confermando di sentirsi meglio. Purtroppo 18 giorni dopo morì a causa di una polmonite, ma al momento del decesso il suo cuore era perfettamente funzionante; la morte fu infatti provocata dall’indebolimento provocato dai farmaci immunosoprressori. Barnard è morto invece nel 2001 a 79 anni in seguito ad un attacco di asma ma da allora divenne famoso in tutto il mondo, aprendo le porte ad un’operazione che oggi viene effettuata su larga scala con almeno 6000 trapianti di cuore l’anno in tutto il mondo, 267 dei quali effettuati in Italia nel solo 2016.