L’evoluzione tecnologica degli smartphone ha delle discrepanze: se da un lato infatti i telefonini si fanno sempre più sviluppati dal punto di vista delle caratteristiche, dall’altro la loro batteria non ha conosciuto il medesimo sviluppo e troppo spesso ci si trova tra le mani uno smartphone moderno e potente ma dall’autonomia limitata. Anche se negli ultimi anni sono stati compiuti passi importanti in tal senso, vi è ancora tanta strada da fare. Un nuovo tassello è stato però aggiunto da Samsung, che sta studiando una serie di strade per ridurre i tempi di ricarica al minimo potenziando, nel contempo la durata dellla batteria. Sfruttando un elemento rivoluzionario, ovvero il grafene che potrebbe cancellare la cosidetta low battery anxiety, ovvero l’ansia da batteria scarica, grazie a tempi di ricarica ridotti davvero all’osso, intorno ai 12 minuti.
L’obiettivo è dunque la progettazione di una super batteria che, oltre a risultare efficiente dal punto di vista della velocità di ricarica e dell’autonomia, permetta all’azienda di cancellare il ricordo dei recenti scandali scaturiti dal difetto delle batterie del Galaxy Note 7 che andando in autocombustione, hanno obbligato Samsung ad un immediato ritiro dal mercato con perdite stimate in circa 5 miliardi di dollari. Ad oggi però il grafene è un materiale ancora difficile da utilizzare su vasta scala a causa dei suoi costi spropositati, può infatti arrivare a costare decine di migliaia di euro al grammo. Risulta però più sottile e leggero del carbonio oltre che molto più resistente dell’acciaio. Secondo quanto dichiarato dalla società coreana, che ha brevettato la tecnologia in Corea del Sud e negli Stati Uniti per proteggerla dal rischio di plagio, “Ci vorrà molto tempo prima che le batterie a base di grafene siano prodotte in serie”.