Il rallentamento della rotazione della Terra potrebbe essere correlato ad un aumento dei terremoti di forte intensità. A rivelarlo è una ricerca delle Università del Colorado di Boulder e del Montana presentata nel corso della Geological Society of America di Seattle. Lo studio, pubblicato sulla Geophysical Research Letters, ha provato come i sismi di magnitudo uguale o superiore al settimo grado della Scala Richter, aumentino in occasione delle fasi di rallentamento della rotazione del nostro pianeta. Si tratta di un fenomeno impercettibile, di cui non abbiamo alcun riscontro nella nostra quotidianità, ma che potrebbero rilevarsi decisivi nel determinare le scosse sismiche. I dati indicati dai geofisici mostrano come nel corso degli ultimi cento anni ogni fase di rallentamento della rotazione della Terra sia coincisa con un’impennata degli eventi sismici. Si tratta di un fenomeno che provoca un numero maggiore di terremoti compreso tra i due ed i cinque rispetto al numero medio.
La ricerca conferma un precedente studio che indicava l’aumento del numero dei terremoti in cicli di trentadue anni. Se la teoria proposta dagli esperti dovesse essere corretta, già nel 2018 potremmo avere un incremento di cinque terremoti rispetto alla media annuale di 18. La Terra, infatti, è nel pieno di una nuova fase di rallentamento (ogni fase ha una durata di trentanni) da circa quattro anni con il momento culminante stabilito nel 2018. In realtà i risultati della ricerca sono tutti da dimostrare. Non è chiaro in che modo il rallentamento della Terra sia correlabile al numero dei terremoti. Una prima ipotesi, anch’essa tutta da dimostrare, ha indicato negli impercettibili cambiamenti del flusso di ferro fuso nel nucleo terrestre l’origine del rallentamento della rotazione del pianeta. Un fenomeno che potrebbe provocare il rilascio di enormi quantità di energia sotterranea all’origine dei terremoti.
Fonte: https://gsa.confex.com/gsa/2017AM/webprogram/Paper300667.html