Mangiarsi le unghie è una delle abitudini più comuni, sia per gli uomini che per le donne. L‘onicofagia è classificato come un disturbo compulsivo che secondo l’interpretazione di Freud rimanda ad una ”fissazione orale” ovvero il mancato superamento della fase orale che vede il bimbo con un’età compresa tra gli zero ed i diciotto mesi associare le sensazioni di piacere con l’utilizzo della bocca. Secondo altri mangiarsi le unghie rappresenta un sintomo di aggressività da limitare o piuttosto una manifestazione di stress. Insomma le cause potrebbe essere tante, come anche le conseguenze.
In un’intervista rilasciata al Corriere da Antonino Di Pietro, direttore scientifico dell’Istituto Vita Cutis di Milano, le infezioni rappresenterebbero un pericolo solo nel caso in cui venga danneggiata la pelle intorno all’unghia o il letto ungueale, ovvero la pellicina presente tra le cuticole e l’unghia stessa. Nel primo caso mangiarsi le unghie rappresenterebbe una vera e propria autostrada per lo sviluppo di infezioni attraverso i germi presenti sulle dita, nel secondo caso, invece, è la ricrescita delle unghie a rischiare di essere compromessa. Uno dei pericolo è il ”giradito”, un’infezione batterica che provoca un arrossamento oltre che un notevole gonfiorenella zona prossimo all’unghia. Per limitare l’onicofagia, spiega l’esperto, è sufficiente curarsi della lunghezza mantenendole arrotondate.