E’ un bilancio che si aggrava di ora in ora quello del terremoto che ha colpito l’area di confine tra Iran ed Iraq. Il sisma, di 7.2 gradi della Scala Richter, ha stravolto il paesaggio riducendo in macerie le povere abitazioni della regione irachena di Suleimaniyeh. La scossa è stata avvertita in un’area vastissima, compresa la Turchia, dove i danni sarebbero, però, limitati. In Iran la scossa ha colpito le città di Qasr-e Shirin e le provincie di Kermanshah e Azgaleh, a ridosso della frontiera. I numero dei morti nella Repubblica Islamica sono, per ora, 341 mentre i feriti superano i cinquemila. In Iraq, invece, i morti sarebbero undici.
Ma sono le dighe a destare particolare preoccupazione per i danni provocati alle strutture. Situazione grave per la diga di Darbandikan, in Kurdistan, colpita da una frana. Le autorità del paese hanno invitato la popolazione ad allontanarsi dal bacino mentre si sta predisponendo un piano di aiuti volto a soccorrere i tanti rimasti intrappolati al di sotto delle macerie. Seyyed Ali Khamenei, guida suprema dell’Iran, ha invitato sia l’esercito che i pasdaran di intervenire nelle aree colpite dal terremoto nella speranza di trovare ancora sopravvissuti sotto le macerie. A preoccupare sono soprattutto le aree agricole ancora non raggiunte dagli aiuti per le tante frane che hanno bloccato i collegamenti.
Ecco un video pubblicato in rete poche ore fa