E’ un’acqua antichissima quella scoperta da un team di esperti nelle profondità dell’Oceano Pacifico. Lo studio è stato effettuato dall’Università di Stoccolma e dell’Università del Nuovo Galles del Sud, in Australia, con lo scopo di individuare il motivo per il quale questo antichissimo liquido non si mescoli con l‘acqua circostante rimanendo intrappolato nelle profondità dell’oceano per tanto tempo. Secondo gli esperti sarebbe la particolare conformazione del fondale dell‘Oceano Pacifico l’origine dello strano fenomeno. Conosciuta con il nome di ”zona d’ombra” l’area si trova ad una profondità compresa tra i 1.000 ed i 2.500 metri con un’estensione di tremila chilometri quadrati.
La colossale bolla di acqua antichissima si trova in una posizione ideale per non mischiarsi con le correnti geotermiche del fondale e con quelle superficiali stravolte dagli eventi atmosferici. Un’enorme deposito simile è stato individuato anche nell’Oceano Indiano anche se in quelle condizioni l’acqua ristagna per un periodo inferiore per la presenza, poco lontano, di una fonte d’acqua proveniente dall‘Antartide. Nell’Oceano Atlantico, invece, la presenza di ”zone d’ombra” simili sembra impossibile per le particolari caratteristiche del fondale. Secondo i ricercatori l’acqua antichissima scoperta nell’Oceano Pacifico impiegherà tra i 1.500 ed i 2.000 anni per ritornarne in superficie mescolandosi con l’atmosfera.