Una stella che per gli scienziati doveva essere ”morta” con un’esplosione e che, invece, è riapparsa agli strumenti. Si tratta di una supernova, una potente esplosione osservabile anche ad enormi distanze nello spazio e che segna la fine del ciclo vitale del corpo celeste. Ma con iPTF14hls (nome in codice dato alla stella) non è andata proprio così. Osservata per la prima volta nel 2014, la supernova non ha smesso di brillare come accade per gli astri avvistati in questi anni dopo l’esplosione, ma anzi ha addirittura aumentato la luminosità. Gli esperti hanno così indagato andando a ricercare i dati storici delle osservazioni nella stessa area, nella costellazione dell’Orsa Maggiore, scoprendo una precedente esplosione avvenuta circa sessantanni prima. Insomma la stella è esplosa per ben due volte generando un evento del tutto eccezionale per l’osservazione spaziale.
Quella appena osservato, in pratica, sarebbe l’unico esempio, fino ad ora osservato, di una ‘‘supernova a instabilità di coppia pulsazionale”, ovvero una stella altamente energetica in grado di produrre una quantità tale di massa e calore da generare, negli strati interni, l’antimateria. Non usano mezzi termini gli scienziati dell’Università della California per i quali quello appena osservato è il fenomeno più enigmatico di sempre. Ora il compito degli esperti è di studiare la stella, magari riscrivendo le teorie sul loro sviluppo.