Considerare il tema dei tumori un tabù e avere, di conseguenza, una scarsa cultura della prevenzione, rende gli uomini maggiormente vulnerabili ai rischi ad essi collegati, tanto che secondo i dati internazionali, muoiono in media 6 anni prima delle donne. Ma non solo: l’uomo vivrebbe i problemi profondi legati ad una malattia tumorale in solitudine, a differenza delle donne che invece cercano aiuto e supporto psicologico oltre che fare maggior prevenzione. E’ quanto emerge nell’ambito della campagna internazionale di sensibilizzazione sui tumori maschili ‘Movember’, alla quale aderisce anche l’Istituto Europeo di Oncologia, allo scopo di favorire, attraverso la diffusione di una corretta informazione, la diagnosi precoce, ma anche promuovere la ricerca allo scopo di incrementare l‘efficacia dei trattamenti e andare così a ridurre la mortalità.
Stando a quanto emerge da una serie di interviste effettuate in tutto il mondo, il 70% degli uomini dichiara che gli amici possono, se colpiti da un tumore, contare su di lui ma, al contrario, solo il 48% di loro fa affidamento su un amico. Inoltre si informano, rispetto alle donne, molto meno attivamente e non parlano, qualora si ammalino, dei disturbi connessi al tumore, come incontinenza ed impotenza (che possono manifestarsi per un periodo di tempo limitato in seguito ai trattamenti), e delle loro paure. In un’epoca nella quale le opzioni di un eventuale trattamento sono diverse e possono essere di fatto adattate al progetto di vita di una persona, informarsi e comunicare diventa però fondamentale. Perchè solo una diagnosi tempestiva permette di salvare la vita di chi è colpito da un tumore.