Con una concentrazione media pari a 70 Bq/m3, il livello di radon rilevato dall’Ispra nel nostro paese, è nettamente superiore alla media mondiale, pari a 40 Bq/m3 ed a quella europea di 59 Bq/m3. Si tratta di un fattore preoccupante, vista la pericolosità del gas, considerato come cancerogeno del gruppo uno e secondo responsabile al mondo per cancro al polmone, dopo il fumo. Prodotto dal decadimento di uranio e radio, il radon è presente nelle rocce in concentrazioni variabili come anche nel suolo e nel tufo, antico materiale di costruzione utilizzato soprattutto nelle aree vulcaniche. Sono tanti i fattori che determinano la concentrazione dei radon in una determinata area, pertanto la presenza risulta variabile da zona a zona.
Il gas si infila tra intercapedini e fessure delle case e giunge negli ambienti interni dove si accumula in presenza di un’insufficiente areazione. In generale la concentrazione di radon in un’abitazione dipende anche da diversi fattori come la presenza di uranio e radio nel sottosuolo, dei materiali utilizzati per la costruzione e della tipologia di terreno su cui è stata costruita la casa: i suoli granitici o di natura vulcanica sono i più a rischio. Essendo un gas del tutto insapore ed inodore è praticamente impossibile individuarne la concentrazione. Per contrastarne la presenza è utile aprire spesso porte e finestre magari impermeabilizzando il pavimento dal suolo ed isolando gli infissi comunicanti con le cantine.