Attivo ancora dopo dieci anni, il vulcano di fango Lusi, in Indonesia, è stata oggetto di una serie di studi da parte degli esperti, per scoprirne l’origine della straordinaria attività. In pratica sarebbe un condotto sotterraneo di collegamento ad un vulcano ad innescare la continua produzione di fango. A renderlo noto è una ricerca dell’Università di Oslo che ha svelando le caratteristiche di un fenomeno che sembrava essere nato dal nulla. L’eruzione di fango ebbe inizio alcuni giorni dopo il terremoto del maggio del 2006 con una potenza tale da inondare alcuni centri abitati nelle vicinanze uccidendo quattordici persone e costringendo alla fuga migliaia di abitanti. Oggi la zona è coperta da oltre quaranta metri di fango per l’espulsione pari a 80mila metri cubi di fango al giorno.
Cosa producesse questa colossale quantità di fango non era ancora chiaro fino a quando gli esperti hanno mappato il sottosuolo con trenta sismometri. L’analisi ha portato alla scoperta di un condotto che collega il vulcano di fango e le camere magmatiche del vulcano di Arjuno-Welirang, attraverso un’intricata rete di canali della lunghezza di oltre sei chilometri. A confermare la scoperta degli esperti è la natura dei gas espulsi da vulcano di fango che mostrano la stessa composizione di quella espulsi dal magma.