Osservata fusione tra stelle di neutroni e la nascita di una nuova stella

E’ una scoperta destinata a rimanere nella storia quella realizzata nel mese di agosto e resa nota solo in queste ore. Si tratta di una colossale fusione di stelle di neutroni avvenuta ad una distanza di 130 milioni di anni luce dalla nostra posizione, nella galassia NGC 4993. I due densissimi oggetti spaziali si sono scontrati fondendosi e producendo una potentissima luminosità, la cui onda d’urto è giunta sulla Terra. Anche l’onda gravitazionale è stata registrata da una serie di strumenti, tra cui l’interferometro Virgo e dall’osservatorio americano Ligo. Il fenomeno ha prodotto un lampo gamma, conosciuto con il nome in codice GRB 170817A che ha raggiunto il nostro pianeta il 17 di agosto. Sul nostro pianeta, nel frattempo, gli strumenti hanno cominciato a puntare gli obiettivi verso l’area dello scontro tra stelle di neutroni osservando l’onda gravitazionale ed il lampo gamma.

Osservata fusione tra stelle di neutroni e la nascita di una nuova stella

Osservata fusione tra stelle di neutroni e la nascita di una nuova stella

I primi a registrare la collisione e le onde gravitazionali, un effetto dell’onda d’urto, ovvero una ”perturbazione” dello spazio-tempo, sono stati, come detto, Ligo e Virgo. Trascorsi due secondi gli strumenti di NASA ed ESA hanno captato l’esplosione gamma nella stessa zona dello spazio. Subito dopo gli astronomi di tutto il mondo hanno puntato gli strumenti nell’area tentando di registrare altri segnali e l’arrivo della luce visibile. Un risultato raggiunto in pieno. I telescopi dell’European Southern Observatory in Cile e molti altri strumenti hanno osservato, in diretta, la nascita di una nuova stella. Il nuovo corpo celeste è stato studiato dai telescopi di tutto il mondo e da Hubble. I dati registrati hanno consentito di classificare la stella come una kilonova, una tipica stella la cui formazione avviene nel momento in cui due oggetti dalla grande densità si fondono producendo una luminosità pari a mille volte quella di una nova. Dai dati spettrali è emerso come la deflagrazione abbia sospinto nello spazio, ad una velocità pari ad un quinto rispetto a quella della luce, quantità significative di cesio e tellurio, il cui decadimento produce l’oro ed il platino