Titano è uno dei satelliti di maggiore dimensioni che orbitano intorno a Saturno. Scoperto nel 1655, il corpo celeste è stato studiato grazie alle immagini della sonda Cassini ed è apparso subito come un mondo davvero speciale. La presenza dell’atmosfera produce piogge di metano liquido che ricadono sulla superficie componendo laghi, fiumi e veri e propri oceani. Fino ad oggi, però, la convinzione degli esperti era che le precipitazioni rappresentassero un fenomeno sporadico.
Ma una ricerca dell’Università della California ha smentito questa convinzione rilevando come le precipitazioni avvengano, in realtà, ogni anno di Titano, corrispondente a 29 anni sul nostro pianeta. Attraverso alcuni modelli gli esperti hanno rilevato precipitazioni che versano sul terreno anche 0,3 metri di gas liquido provocando inondazioni della superficie e la nascita dei bacini di idrocarburi già avvistati dalle sonde. Il fenomeno avviene per lo più nelle aree polari, mentre in altre zone il satellite si presenta con una superficie desertica con dune. Le piogge di gas liquido modellano la superficie con cavità nel terreno e creando delle formazioni note come conoidi alluvionali, presenti anche sulla Terra. Si tratta di corpi sedimentari costituiti da un accumulo di sedimenti localizzati a metà strada tra i poli e l’equatore, in un’area intermedia tra i deserti ed i mari.