Uno dei più fitti ed inestricabili misteri della storia potrebbe essere stato decifrato grazie a dei geroglifici risalenti a 3.200 anni fa. Si tratta dei ”Popoli del Mare”, una popolazione misteriosa che invase diverse regioni del Mediterraneo decretando la fine delle più fiorenti civiltà dell’epoca. Scoperta nel 1878 in Turchia su una lastra di pietra, l’iscrizione è la più lunga dell’Età del Bronzo. Si tratta di un testo in lingua luvia, un sottogruppo del ramo anatolico parlato a sud ovest di Hattusa, la capitale dell’Impero Ittita. Subito dopo la scoperta, la preziosa lastra venne impiegata per la costruzione di una moschea, ma prima che ciò avvenisse un archeologo francese ne copiò con cura il contenuto. Ma anche della copia furono perse le tracce fino a quando fu trovata tra gli appunti dello studioso James Mellaart e donata ad Eberhard Zangger, un linguista e direttore della ”Fondazione per lo Studio del Luvio”. Ed è proprio quest’ultimo passaggio che ha consentito la traduzione dell’iscrizione, risalente al 1190 a.C.
Secondo gli esperti fu il re di Mira Kupanta-Kurunta a commissionare l’iscrizione che riporta come sia stato il suo regno, insieme ad altre stati della zona, ad invadere gli stati confinanti e l’Egitto decretando il crollo delle civiltà dell’Età del Bronzo. Fino ad oggi l’improvvisa scomparsa dei potenti regni del Mediterraneo orientale, come quello dei Micenei (con l’inizio del cosiddetto Medioevo Ellenico), dell’Impero Ittita e dei domini egizi su Siria e Libano era rimasta un vero e proprio mistero. I dettagli della ricerca saranno resi noti a dicembre sulla rivista Proceedings of the Dutch Archaeological and Historical Society.