Sono oltre cento gli ippopotami morti in Namibia nel corso delle ultime settimane. A rivelarlo è il Ministero dell’Ambiente e del Turismo del paese Johnson Ndokosho. Il primo corpo è stato scoperto nei primi giorni di ottobre nel Parco Nazionale di Bwabwata, a nord est del paese, poco lontano dall’Angola e dalla Botswana. Una scoperta amara, ma la prima di una lunga serie. Nei giorni successivi i corpi trovati affioranti dalle acque si sono moltiplicati accanto ad esemplari ancora vivi, non consci del gravissimo pericolo che stavano correndo. A provocare la morte degli animali, infatti, è un’epidemia prodotta dal batterio Bacillus anthracis, meglio noto come antrace.
Si tratta di un batterio molto comune nelle zone particolarmente secche ed aride come la Namibia. In pratica, secondo gli esperti, il microrganismo sarebbe stato ingerito dagli ippopotami nelle pozze prosciugate. Ora le autorità namibiane il problema principale è rimuovere le carcasse evitando un’ulteriore diffusione dell’epidemia; per ora sembra che il batterio abbia contaminato anche dei bufali, trovati morti in più punti del parco. Ora la preoccupazione delle autorità è che qualche abitante dell’area possa nutrirsi della carne degli animali morti innescando un’epidemia devastante.