Balzata agli onori della cronaca per essere finita per sbaglio in una confezione di spinaci surgelati, la mandragora è una pianta che cresce spontaneamente sulle coste del Mediterraneo. Ogni parte della pianta è pericolosa per la salute; un pericolo conosciuto fin dai tempi antichi quando era utilizzata anche come farmaco. E’ la presenza di alcaloidi come la scopolamina e l’atropine a rendere la pianta velenosa. Ma come detto la mandragrora veniva impiegata, nei secoli scorsi, per le sue proprietà lenitive, analgesiche, afrodisiache ed allucinogene. Non si contano i casi di avvelenamento accidentale provocati dalla sue caratteristiche che potrebbero ricordare alcune varianti di lattuga.
I fiori di colore blu o gialli sono molto suggestivi mentre le foglie appaiono carnose, di forma allungata e secondo le antiche credenze rappresentano dei volti di uomini. Mangiare la mandragora comporta sintomi, anche molto gravi, che vanno dalla nausea a seri problemi intestinali ed all’impossibilità di urinare. Nei casi più gravi di intossicazione si possono registrare anche allucinazioni e il delirio. Solo in rare occasioni si giunge al decesso. Gli effetti allucinogeni hanno stimolato, nei secoli, la nascita di diverse leggende. La più celebre narra di un urlo sovrumano generato dalla pianta appena strappata, un grido in grado di spingere alla follia chi lo ascolta.