Entro poche decine di anni potrebbe avere inizio la sesta estizione di massa, decisamente meno lontana di quanto si possa immaginare. L’allarme arriva da un team coordinato da Daniel Rothman del Massachusetts Institute of Technology che ha elaborato un modello, frutto del lavoro di matematici e geologi, secondo il quale nel 2100 i livelli di concentrazione di carbonio negli oceani e nell’atmosfera supereranno il limite che l’ambiente può tollerare. Questo equivarebbe, di fatto, a dare inizio alla sesta estinzione di massa, un disastro ecologico di proporzioni immani che andrebbe a consumarsi nel corso dei successivi 10mila anni. Nello studio, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Science Advances, si fa riferimento all’andamento del ciclo del carbonio nel corso degli ultimi 540 milioni di anni, rapportato alle cinque estinzioni di massa avvenute sulla Terra, sempre legate all’aumento delle sue concentrazioni nell’atmosfera e negli oceani.
E i rischi sono enormi considerato che la peggiore estinzione di massa, avvenuta 251 milioni di anni fa, nel Permiano, provocò la scomparsa dell’81% delle specie marine, oltre al 70% dei vertebrati terrestri. I ricercatori hanno individuato dei valori soglia delle concentrazioni di carbonio per ogni estinzione avvenuta nel passato, creando un modello dal quale si evince che la ‘soglia di catastrofe’, come è stata chiamata dai ricercatori, potrebbe essere raggiunta nel 2011, anno nel quale a causa delle attività umane potrebbbe essere aggiunta negli oceani una quantità di carbonio tra i 300 ed i 500 miliardi di tonnellate. Nei secoli successivi il disastro prenderà concretamente forma, con una nuova pericolosa estinzione delle specie viventi in mare e sulla terraferma.