Anche il caffè potrebbe essere una delle prossime vittime del riscaldamento globale. Secondo una ricerca dello Smithsonian Tropical Research Institute di Panama una quantità compresa tra il 73 e l’88% delle terre adatte alla colture sarà perso entro il 2050. Un calo drammatico che non può non riflettersi sulla produzione della celebre bevanda. Ad accentuare il tracollo della produzione saranno anche le drammatiche condizioni in cui vivono gli insetti impollinatori, tra cui le api, il cui numero calerà tra l’8 ed il 18%. Per gli esperti la situazione è compromessa, tanto da consigliare ai produttori di iniziare a sostituire le piantagioni. Nelle poche zone che resteranno ancora adatte alla coltivazione, gli esperti indicano la necessità di cambiare l’habitat per stimolare la riproduzione delle api e di piantare alberi alti visto che la pianta di caffè predilige la crescita in zona all’ombra.
Ma la coltivazione del caffè è solo una delle ”tante vittime” del riscaldamento globale. L’aumento delle temperature renderà vaste aree oggi coltivate, delle lande desolate spingendo i coltivatori ad emigrare. Il calo della produzione di cibo provocherà un aumento generalizzato del prezzo degli alimenti; il tutto sarà accompagnato dalla diffusione sempre più massiccia di epidemie. Insomma uno scenario catastrofico, ma a cui è ancora possibile porre rimedio, secondo i ricercatori dello Smithsonian Tropical Research Institute, riducendo, all’origine, le cause dei cambiamenti climatici.