Non fanno male alle pelle come le meduse, ma provocano seri danni all’ecosistema marino, sono le noci di mare (nome scientifico Mnemiopsis leidyi), uno ctenoforo quasi del tutto trasparente. A spiegare gli effetti dell’organismo gelatinoso e luminescente è una ricerca pubblicata dal Journal of Sea Research, dagli studiosi dell’Istituto Nazionale di Oceonografia e Geofisica Sperimentale. Provenienti dalle acque atlantiche, le noci di mare sono state avvistate nei nostri mari, per la prima, negli anni Ottanta probabilmente a causa del traffico marittimo. Oggi questi piccoli esseri hanno invaso le coste adriatiche ed in special modo quelle istriane, triestine, spingendosi fino in Abruzzo.
I danni delle noci di mare riguardano soprattutto i piccoli pesci come le sardine per l’abitudine a nutrirsi delle loro uova. Si tratta, infatti, di organismi carnivori che, per le abitudini alimentari, privano del cibo i pesci adriatici. Il numero dei ctenofori atlantici è in continuo aumento per le loro incredibili capacità di riprodursi e vivere nell’ecosistema adriatico. Ora limitarne l’invasione è vitale per la pesca, basti pensare che nel Mar Nero hanno provocato un vero e proprio tracollo del settore ittico. Una soluzione allo studio degli esperti è l’introduzione del nemico numero uno delle noci di mare: la Beroe ovata.