Pallore, anemia, disturbo della luce e necessità di bere sangue animale: i sintomi di una malattia del sangue, la porfiria, sarebbero all’origine della leggenda dei vampiri. L’ipotesi è stata avanzata da un team di esperti dell’ospedale di Boston e pubblicati sulla rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti. Gli studiosi, dopo un’attenta ricerca, hanno identificato la particolare variante genetica della malattia, distinguendola dalle restanti sette. Sono otto, infatti, le tipologie di porfiria individuate fino ad ora. Si tratta di patologie del sangue estremamente rare e provocate da una disfunzione dell’attività degli enzimi che sintetizzano il gruppo eme, uno dei responsabili nella costituzione dell’emoglobina.
All’origine della leggenda dei vampiri sarebbe, in particolare, la protoporfiria eritropoietica, la variante più diffusa. Si tratta di una malattia che si manifesta già nel periodo infantile e che provoca un’estrema sensibilità alla luce solare, tanto da innescare problemi alla pelle. Un’anemia cronica accompagna i soggetti affetti da porfiria oltre ad un colorito pallido ed all’impossibilità di esporsi al Sole. Insomma si tratta di persone che, per la loro fotosensibilità, devono rimanere costantemente rinchiuse in casa nelle ore notturne. E se oggi la cura è quella delle trasfusioni, in passate gli ammalati dovevano nutrirsi di sangue animale ed uscire solo nelle ore notturne, caratteristiche riproposte nel mito dei vampiri.