Elaborando una serie di dati forniti dal radar del satellite della Nasa e dell’agenzia spaziale giapponese Jaxa Global Precipitation Measurement, è stato possibile creare una visione tridimensionale dell’uragano Irma, che nelle ultime ore si è abbattuto sulla Florida ed in particolare sulla città di Miami, lasciando alle sue spalle una lunga scia di devastazione. Irma ha infatti raggiunto la categoria 5 con venti che hanno sfiorato i 300 km/h, abbattendosi su diverse isole (compresa quella privata di proprietà del miliardario fondatore di Virgin Richard Branson) e dopo averne letteralmente rase al suolo alcune ha proseguito la sua corsa, causando pesantissimi danni e allagamenti a Cuba, e continuando fino alle coste della Florida, dove ha lasciato senza energia elettrica almeno 3,3 milioni di persone.
Dell’uragano sono state realizzate immagini dai satelliti ottici e dalle telecamere esterne alla Stazione Spaziale Internazionale, oltre che dall’astronauta Paolo Nespoli; ma quelle diffuse nei giorni successivi sono ancora più eloquenti poichè in 3D, tali da comprendere appieno non solo l’estensione ma anche la potenza di questa maxi perturbazione. Nella fattispecie hanno permesso di capire la quantità di piogge portate dall’uragano nel momento della sua massima intensità. Una procedura questa che potrà essere usata anche per Jose, l’altra perturbazione formatasi proprio alle spalle di Irma. Un uragano meno violento, poichè classificato nella categoria 1 della scala Saffir-Simpson ma che potrebbe incrementare la sua intensità man mano che si avvicina alle isole caraibiche e alle coste americane.