A distanza di trentuno anni il disastro nucleare di Chernobyl fa ancora danni. Tracce di radioattività (Cs-137) sono state scoperte, infatti, dall’Asl Cuneo 1, dal Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione, sulla base dei dati dell’Arpa di Ivrea in alcuni funghi trovati in provincia di Verbania. Si tratta della Foliota grinzosa (Rozites caperatus), un fungo già considerato ”ipercaptante” di sostanze radioattive, soprattutto per il radiocesio. Il fungo è considerato commestibile, anche se gli esperti ne sconsigliano un consumo elevato proprio a causa della tendenza ad assorbire le radiazioni. I dati rilevati in laboratorio, spiegano gli esperti, confermano come si tratti di un fungo da escludere dall’alimentazione.
Una situazione del tutto simile per il Xerocomus badius (Boletus badius). Quest’ultimo è un fungo ammesso alla vendita, a differenza della Foliota grinzosa che, invece, può essere comunque raccolto dagli amanti della micologia. I livelli di radiazioni scoperti, rivela l’Arpa Piemonte, sono senza dubbio da ricollegare al disastro nucleare di Chernobyl che provocò una contaminazione massiccia della flora e della fauna del nostro paese con ricadute che viviamo ancora oggi.