E’ di ben 8,3 miliardi di tonnellate la quantità di plastica che l’uomo ha riversato negli oceani, una massa incredibile e che ha prodotto sconvolgimenti significativi alla catena alimentare e di riflesso sull’uomo. Di conseguenza anche nel prezioso liquido che ingeriamo quotidianamente si nascondono minuscole fibre di plastica. A rivelarlo è uno studio realizzato da Orb Media che ha analizzato i rubinetti in tutto il mondo scoprendo contaminazione nell’83% dei campioni analizzati. La ricerca, pubblicata sulle pagine del Guardian, si è soffermata su un dato particolarmente preoccupante: non si conoscono ancora quali ricadute abbia questa sostanza inquinante sulla nostra salute. Ed è proprio la comprensione dei rischi a rappresentare l’elemento fondamentale secondo i ricercatori che hanno presentato lo studio.
Le dimensioni delle particelle di plastica sono sufficienti a penetrare nelle cellule e nei tessuti in cui potrebbero provocare seri danni al corpo. Le microplastiche, inoltre, possono catalizzare le sostanze patogene degli scarichi accelerando l’assorbimento del corpo. Le particelle si trovano in tutte le fasi del ciclo dell’acqua e della catena di produzione degli alimenti che mangiamo tutti i giorni. In Germania tracce della sostanza sono state rilevate nella birra, ma anche nel miele e nello zucchero mentre in Libano è risultata contaminata oltre il novanta per cento dell’acqua di fonte.