Approdato cinque anni fa su Marte, il rover Curiosity ha studiato in lungo in largo un’area del cratere Gale, una formazione risalente a ben 3,6 miliardi di anni. L’ultimo traguardo raggiunto grazie ai ricercatori del Los Alamos National Laboratory nel Nuovo Messico, è la scoperta di boro, una sostanza che potrebbe rafforzare la teoria secondo cui il pianeta rosso abbia ospitato, in passato, condizioni favorevoli alla vita. L’elemento è stato rilevato in un deposito di minerali di solfato di calcio e grazie al ChemCam, un dispositivo in grado di vaporizzare le rocce attraverso un laser e realizzare analisi spettrali. Ma perché il boro è così importante? Le proprietà chimiche della sostanza consentono la formazione dell’RNA, una base per la formazione di forme di vita.
Proprio attraverso i filamenti dell’acido ribonuclei, secondo gli esperti, sarebbe nata la vita primordiale con la formazione dei primi organismi viventi. Secondo le prime ipotesi il boro su Marte sarebbe stato contenuto nell’acqua che scorreva al di sotto della superficie del cratere Gale a temperature comprese tra gli zero ed i sessanta gradi. Le presenze di boro hanno un’età di circa 3,8 miliardi di anni, un’epoca in cui sul nostro pianeta nacquero i primi organismi arcaici. Una datazione che suggerisce come sulla Terra e sul pianeta rosso la vita avrebbe potuto svilupparsi in contemporanea.