Considerato come uno dei pianeti dal clima più ostile del Sistema Solare, Venere è anche uno dei corpi celesti meno conosciuti. La spessa coltre di nubi che ruota ad incredibile velocità e le condizioni estreme della superficie hanno impedito un’analisi accurata delle condizioni del corpo celeste. A tentare di vedere al di là delle nuvole è la sonda giapponese Akastuki che da diverse settimane sta analizzando il pianeta tentando di spiegare uno dei misteri che più di altri ha scatenato i dubbi degli scienziati: la super rotazione. La sonda nipponica ha osservato un getto proveniente dallo strato inferiore dell’atmosfera, un particolare evento che potrebbe aiutare a comprendere questo aspetto del pianeta.
Sono 243 i giorni che servono a Venere per realizzare una rotazione completa intorno al proprio asse, una velocità radicalmente difforme rispetto alla spessa atmosfera che, invece, effettua una rotazione completa in quattro giorni. Ebbene, in una ricerca pubblicata su Nature Geoscience, gli esperti hanno spiegato come la velocità di movimento dei venti negli strati inferiori non siano uniformi e orizzontali come si credeva in passato, ma possano raggiungere velocità davvero elevate. La prova è, appunto, il getto osservato poco lontano dall’equatore, un fenomeno prodotto dalla difformità di velocità con cui spirano i venti su Venere. Un nuovo tassello si aggiunge, quindi, alla conoscenza della tempestosa atmosfera del pianeta composta da uno strato di nubi che si estende dai 45 a 70 chilometri di altitudine.