Gli studi più recenti dimostrano che i gastroprotettori comunemente usati per trattare reflusso ed altri problemi digestivi hanno moltissimi effetti collaterali spesso poco divulgati. Ad esempio è accertato che chi utilizza questi farmaci ha una probabilità maggiore di avere un infarto o ictus fino al 21%.
I gastroprotettori (il cui nome scientifico è inibitori di pompa protonica) sono farmaci utilizzati per bloccare la produzione di acido nello stomaco e ridurre così la sintomatologia tipica di molti problematiche a carico dello stomaco. Al contrario del pensiero comune che li classifica tra i farmaci più sicuri ed innocui le ricerche scientifiche hanno dimostrato che sono fonte di innumerevoli problemi di salute.
Oltre a quelli già citati infatti sono anche stati riscontrati altri problemi come calcificazione delle arterie, maggiore probabilità di malattia renale cronica del 28%, infezioni e permeabilità intestinale, intolleranze, tumori, riduzione nell’assorbimento di minerali e vitamine essenziali, maggiore invecchiamento delle cellule etc. Le statistiche dimostrano che in Europa e nel mondo milioni di persone utilizzano questi farmaci per contrastare i bruciori di stomaco, per ridurre gli effetti collaterali dei farmaci antiinfiammatori ed alleviare i sintomi del reflusso gastrico e della gastrite.
I gastroprotettori dovrebbero tuttavia essere usati per poche settimane e sotto stretto controllo medico. Mentre invece spesso sono utilizzati per anni e senza un confronto costante con dei professionisti che definiscano un percorso di cura alternativo. La comunità scientifica e molti esperti in problemi dell’apparato digerente hanno messo in evidenza che il reflusso gastrico si può risolvere attraverso uno stile di vita ed una alimentazione adeguata, chiarendo con molta evidenza che abbassare l’acidità dello stomaco con dei farmaci per lungo tempo, indipendentemente dalle cause alla base del reflusso, non è la soluzione più corretta e sicura.