Residui di un vino risalente a seimila anni fa sono stati scoperti in Sicilia. Si tratta di una scoperta davvero importante e che mostra come la preziosa bevanda fosse utilizzata anche nella lontana Età del Rame. A renderlo noto è un team di studiosi dell’Università della Florida Meridionale, del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), dell’Università di Catania e della Soprintendenza ai Beni Culturali di Agrigento. Il rinvenimento in Sicilia rappresenta un passo importante per la ricerca archeologica perché sposta all’indietro l’origine della tecnica della viticoltura, finora fatta risalire all’Età del Bronzo, ovvero duemila anni prima.
Le tracce dell’antichissimo vino sono sono state scoperte su un vaso di terracotta risalente ai principi del IV millennio avanti Cristo. Ebbene la terracotta conservava delle piccole dei residui di acido tartarico e del sale di sodio, dei composti ricorrenti negli acini d’uva e nel vino. La prossima tappa per la ricerca è di identificare la caratteristiche della bevanda, magari stabilendo se si tratta di un rosso oppure di un bianco.