Portato alla luce il più antico antenato delle mosche. Racchiuso in un goccia d’ambra, l’insetto risale a 17 milioni di anni fa ed è arrivato ai giorni nostri in perfette condizioni. Le varie parti del corpo ed i dettagli anatomici sono stati protetti dalla resina fornendo agli studiosi dati essenziali per comprendere i dettagli sulle caratteristiche delle mosche che milioni di anni fa popolavano il nostro pianeta e sulla loro evoluzione. La scoperta dell’antica mosca è avvenuta nella Repubblica Dominicana ed oggi si trova conservata a New York, nel Museo di Storia Naturale.
L’insetto, le cui caratteristiche sono definite in uno studio pubblicato su Plos One, rientra al pari della mosca ”domestica”, nel gruppo dei Ditteri Calittrati, mosche presenti in tutto il mondo e che svolgono l’importante ruolo di decompositori. Quello scoperto in America Centrale è considerato il primo fossile mai portato alla luce degli Oestroidei. La ricerca tomografica ha rivelato come i Ditteri Calittrati si siano differenziati circa settanta milioni di anni fa, precedentemente all’estinzione del Cretaceo mentre gli Oestroidei, le mosche più grandi, nacquero nell’Eocene, circa cinquanta milioni di anni fa. In pratica, al pari dei mammiferi, ma anche degli uccelli e perfino di alcune piante, le mosche hanno ”approfittato” dei cambiamenti dell’ecosistemi innescati dall’estinzione dei dinosauri.