Il terremoto che ha colpito, nella serata di ieri, l’isola d’Ischia riporta con drammatica attualità il tema della qualità delle costruzioni e soprattutto l’abusivismo che attanaglia il nostro paese. Una vera e propria piaga in grado di moltiplicare gli effetti anche di un sisma di magnitudo modesta come quello che ha interessato l’area di Casamicciola. Ischia è da tempo oggetto di uno stretto monitoraggio da parte dei sistemi di controllo che verificano le deformazioni del terreno, delle emissioni di gas dal sottosuolo e delle fumarole. A spiegare le caratteristiche che fanno dell’isola campana un’osservato speciale dagli geologi è Micla Pennetta, dell’università Federico II di Napoli, al Corriere della Sera.
Secondo la docente di geologia ambientale, i danni del terremoto potrebbero essere stati amplificati dalla qualità delle costruzioni e dall’abusivismo edilizio, ma anche dalla natura dell’area. Il settore nord occidentale di Ischia, spiega l’esperta, ha un ”danno atteso” superiore. Si tratta dell’area in cui sono avvenuti, non a caso, le ricadute maggiori. La morfologia del terreno, nella zona, comporta un’amplificazione delle scosse di terremoto per la presenza di tufi e depositi vulcanici che risultano poco coerenti e soffici. Insomma un territorio esposto ai danni dei sismi e che necessiterebbe di un’edilizia adeguata.