L’asteroide che colpì il nostro pianeta estinguendo i dinosauri gettò la Terra nel buio per ben due anni. Tonnellate di fuliggine furono prodotte dagli innumerevoli incendi scatenati dall’impatto, una nube scura in grado di occultare i raggi del Sole ed abbattere le temperature. Ma fu l’interruzione della fotosintesi a rappresentare una delle ricadute più gravi dell’asteroide riducendo drammaticamente la quantità di cibo per gli animali. A mostrare le conseguenze dell’impatto che cambiò la storia dell’evoluzione sul nostro pianeta è una ricerca realizzata dal Centro statunitense per gli studi atmosferici (Ncar) con la Nasa e l’Università del Colorado.
E’ un quadro davvero a tinte fosche quello che emerge dal modello creato dagli esperti. La fuliggine prodotta dall’impatto che segnò la fine del Cretaceo e l’inizio del Paleocene fu in grado di fermare il 99% dei raggi solari per un periodo di circa un anno e mezzo con una diminuzione delle temperatura pari a 16 gradi. Il tutto fu accompagnato da un crollo della produzione del fitoplancton, alla base della catena alimentare marina mentre gli alberi sulla terraferma erano quasi interamente inceneriti dalle fiamme. Un’ulteriore conseguenza dell’impatto dell’asteroide fu l’assottigliamento dello strato di ozono con il passaggio di raggi ultravioletti.