Le cure al cancro attraverso metodi alternativi comporta un raddoppio delle possibilità di morire nei primi cinque anni dalla diagnosi. A rilevarlo è una ricerca condotta dall’Università di Yale negli Usa pubblicata sulle pagine del Journal of the National Cancer Institute. Lo studio si è basato sui dati raccolti, nel database nazionale, nell’arco di dieci anni, ovvero in un periodo che va dal 2004 al 2013. Tra il numero totale di ammalati, gli esperti hanno individuato 281 pazienti che hanno scelto di intraprendere terapie alternative rinunciando alle cure convenzionali. Gli studiosi hanno così comparato i dati di questa categoria di pazienti con i restanti 560 che hanno deciso di seguire il classico percorso di cura con chemioterapia, radioterapia ed interventi chirurgici.
Ebbene i numeri mostrano come i pazienti che si erano rivolti alle cure alternative mostravano, in media, oltre due volte e mezzo di possibilità di morire rispetto al restante campione. I dati si sono dimostrati, però, molto difformi. Se per il cancro al seno le possibilità erano superiori di 6,68 volte, per il colon-retto le probabilità erano di 4,57 volte maggiori mentre per il tumore ai polmoni, le possibilità aumentavano di 2,17 volte. Gli esperti hanno comunque precisato come la ricerca non si sia soffermata sulla tipologia di cura alternativa utilizzata dai degenti.