La cannabis fa male, soprattutto alla pressione sanguigna. Una ricerca della Georgia University di Atlanta, negli Stati Uniti, ha puntato i riflettori sui risultati di una serie di studi realizzati dal National Health and Nutrition Examination Survey ed incentrati sulle ricadute della cannabis sui soggetti con un’età media di venti anni che rappresentano, di solito, i maggiori fruitori. Dallo studio è emerso che chi fuma cannabis va incontro ad un rischio triplo di morte provocata da ipertensione rispetto ai non consumatori ed a problemi cardiovascolari maggiori rispetto a chi fuma le sigarette. I ricercatori hanno incrociato le informazioni ottenute dagli archivi del NHANES ai casi di mortalità del 2011 del National Centre for Health Statistics.
Lo scopo era di rilevare una possibile correlazione tra il consumo di cannabis e l’incidenza di mortalità per problemi legati al cuore. Le 1213 persone oggetto dello studio sono state suddivise in gruppo a seconda dell’utilizzo di marijuana, sigaretta o di nessuna sostanza. Dai risultati è emerso che chi fuma cannabis ha un rischio maggiore di incorrere in problemi del sistema cardiovascolare con un aumento della pressione, del battito cardiaco con episodi di tachicardia. In pratica, secondo la ricerca, la marjuana, soprattutto nei soggetti affetti da patologie cardiovascolari, comporta un aumento del rischio di infarto pari a quattro entro un’ora dal consumo della sostanza.