Il primo fiore nato sul nostro pianeta è stato ricostruito da un team di botanici dell’Università Paris-Sud e dell’Università di Stirling. Anche se si tratta di un modello tridimensionale, la ricostruzione permette di risalire all’organo riproduttivo ancestrale delle Angiosperme o Magnoliofite che caratterizza le piante più evolute con un seme protetto. Le consistenza estremamente delicata dei fiori non ha permesso agli esperti di scoprire fossili di piante esistite oltre 120 milioni di anni; ben prima dello sviluppo del prima angiosperme vissuto in un’epoca compresa tra i 250 e i 140 milioni di anni fa. Lo studio degli esperti si è dunque concentrato su una ricostruzione delle angiosperme confrontando 13.444 caratteristiche dei fiori, analizzando gli elementi comuni e le differenze di oltre 800 specie.
Studiando le numerose caratteristiche prese in esame, si è riusciti a risalite al fiore primordiale che risulta particolarmente simile alla magnolia. Il fiore, inoltre, era ermafrodita, cioè aveva sia la componente femminile, ovvero i pistilli, che gli stami, cioè quella maschile. I ”petali” erano dieci e gli elementi riproduttori componevano una serie di cerchi concentrici. Si tratta di caratteristiche ”più complesse” rispetto ai fiori moderni che presentano, invece, molte meno strutture di questo tipo. L’evoluzione e la ”semplificazione” della struttura interna ha permesso ai fiori moderni di creare un legame più stretto con gli insetti impollinatori.