Se non si riesce a limitare il fenomeno dei cambiamenti climatici, entro la fine del secolo, i morti per cause legate all’inquinamento aumenteranno a dismisura. A rilevarlo è una ricerca dell’Università della Carolina del Nord pubblicata sulla rivista Nature che traccia un quadro a tinte fosche per i prossimi anni. Sono sessantamila i decessi previsti, ogni anno, già entro il 2030 mentre per il 2100 si arriverà a quota 260mila. Come spiegano gli studiosi, in pratica, i cambiamenti climatici aumentano le concentrazioni di inquinanti con impatti inevitabili sulla salute mondiale.
La diminuzione della pioggia e l’aumento del caldo, altri fattori fortemente collegati agli stravolgimenti del clima, comporterà ad una maggiore permanenza degli inquinanti nell’ambiente, ma non solo. Le temperature maggiori, inoltre, stimoleranno lo sviluppo determinate reazioni chimiche responsabili della formazione di agenti fortemente inquinanti come l’ozono e il particolato sottile. Si tratta di aspetti che avranno conseguenze inevitabili sulla salute degli uomini e che si aggiungono ai rischi già accertati provocati direttamente dal caldo, dalle sempre maggiori difficoltà all’accesso all’acqua, ai danni dai raccolti provocati dalle tempeste e dalle epidemie.