Uno squalo che ”brilla” al buoi è stato scoperto da un team di biologi marini della Florida Atlantic University nell’Oceano Pacifico, poco lontano dalle isole Hawaii. Anche il primo avvistamento è avvenuto ben diciassette anni fa, solo ora si è riusciti a realizzare uno screening completo delle caratteristiche dell’Etmopterus lailae differenziandolo dall’Etmopterus lucifer, meglio noto come lo squalo lucifero. Si tratta di pesci ”cartilaginei” chiamati in questo modo per la presenza di organi bioluminescenti, una caratteristica non rara tra gli animali presenti nelle profondità degli oceani.
Gli organi bioluminescenti dello squalo sono collocati soprattutto nell’area posteriore e sui fianchi. Ma a cosa serve la bioluminescenza a questi quali? Secondo gli esperti dell’Elasmobranch Research Laboratory si tratterebbe di uno strumento essenziale per il riconoscimento intraspecifico, magari per la ricerca di un partner, ma è possibile che serva anche a catturare le prede che potrebbero essere attirati dalla luce. L’Etmopterus lailae, a differenza degli squali pelagici, ha dimensioni ridotte ed un peso che, di solito, non supera il chilogrammo. Al di là degli organi bioluminescenti, lo squalo è dotato di altre caratteristiche che ricordano i pesci abissali come un aspetto grottesco a causa di un’enorme testa ed un muso molto allungato.