Un nuovo mistero analizzato dagli esperti dello spazio. Si tratta della particolare circolazione delle nubi atmosferiche rilevata su Venere, nelle ore notturne. Si tratta di un risultato importante e frutto di una ricerca realizzata da un team di studiosi spagnoli grazie ai dati raccolti con lo spettrometro VIRTIS, sigla che sta per Visible and InfraRed Thermal Imaging Spectrometer installato a bordo della sonda dell’Esa Venus Express orbitante intorno al pianeta tra il 2006 ed il 2014. e dal telescopio Infrared Telescope Facility (IRTF) della NASA alle Hawaii. Dalla prima osservazione risalente agli anni sessanta è emerso come le nubi su Venere impieghino quattro giorni a completare una rotazione completa intorno al pianeta mentre a quest’ultimo servono in 243 giorni per un effettuare giro intorno al proprio asse.
Gli esperti hanno così studiato le caratteristiche dei fenomeni atmosferici che caratterizzano le nubi del secondo pianeta del Sistema Solare, composte da acido solforico e le emissioni termiche prodotte dall’atmosfera. Delle formazioni nuvolose mai viste sono apparse agli occhi dei ricercatori, caratterizzate da movimenti del tutto imprevedibili anche nel giro di 24 ore; il tutto mentre alcune nuvole non si muovono affatto. Queste ultime sono state definite dagli esperti come prodotte dalle onde atmosferiche definite ”stazionarie” e provocate dallo scontro tra il vento e le montagne. Nonostante i preziosi dati di VIRTIS, ancora validi nonostante la presenza della sonda Akastuki che da mesi sta orbitando intorno al corpo celeste, la fonte di energia che provoca il fenomeno della super rotazione delle nubi di Venere resta un mistero